​Idrokinesiterapia

L'Idrokinesiterapia è una branca della medicina riabilitativa che si fonda sul movimento (kinesi) in acqua (idro) e consiste in un insieme di tecniche relative a trattamenti terapeutici effettuati in acqua riscaldata. 

Praticamente si tratta di fisioterapia praticata in acqua. Si basa sulla scoperta delle proprietà riabilitative dell'acqua la quale viene usata sin dai tempi più remoti per trattamenti curativi. Non si è a conoscenza del periodo esatto in cui l'acqua ha iniziato ad essere utilizzata per fini terapeutici ma è certo che Ippocrate (460-375 A.C.) sfruttava l'acqua, sia calda che fredda, per il trattamento di diverse malattie. 

I romani costruirono grossi stabilimenti termali adibiti non solo a luoghi di cura ma anche di ritrovo e di riposo. Nelle epoche storiche successive l'uso dei bagni terapeutici ha incontrato alti e bassi, nel XVI secolo i feriti di guerra venivano mandati a curarsi negli ospedali termali. 

Nel XVIII secolo iniziarono a moltiplicarsi gli studi scientifici sui benefici dell'idroterapia e il numero degli stabilimenti termali che sfruttavano le proprietà dell'acqua crebbe considerevolmente. 

Nella metà del XX secolo la chinesiterapia ha iniziato a interessarsi sull'utilizzo di proprietà dell'acqua finalizzate al trattamento di affezioni del sistema locomotore e per la riabilitazione dei postumi della poliomielite. Attualmente in tutti i paesi occidentali è universalmente riconosciuta la validità della idrokinesiterapia per il recupero di parecchie patologie debilitanti.

Grazie infatti alle proprietà fisiche peculiari dell'acqua come il Principio di Pascal, la spinta idrostatica, la resistenza idrodinamica e il Principio di Archimede, è il mezzo ottimale, anche in considerazione della parziale mancanza di gravità, per far svolgere a pazienti disabili movimenti che, fuori dall'acqua, risulterebbero impossibili.

L'acqua sostiene il peso del corpo e favorisce lo svolgimento di movimenti con un lavoro muscolare adeguato anche in presenza di un limitato tono muscolare e di difficoltà di carico. 

L'idrokinesiterapia si basa sul movimento effettuato in acqua sfruttando la funzione antidolorifica e decontratturante esercitato dall'acqua calda. La temperatura dell'acqua e l'azione del calore agevolano il rilassamento dei muscoli aumentando i livelli della soglia del dolore, l'irrorazione sanguigna viene ottimizzata e il sistema vascolare ne beneficia.

L'acqua, usata come mezzo di riabilitazione, associa le proprietà fisiche che sono proprie dei liquidi ai principi neuromotori sui quali si basa la riabilitazione. Esistono esercizi studiati appositamente per essere eseguiti dentro l'acqua i quali garantiscono un recupero di movimenti che erano perduti o interdetti temporaneamente a causa della malattia. L'acqua sostiene e favorisce i movimenti evitando la componente gravitaria.

Il corpo, quando viene immerso in acqua, perde all'incirca il 60% del proprio peso e grazie a questo è possibile lavorare senza sovraccaricare le articolazioni.

Durante le prime sedute si procede facendo ambientare il paziente abituandolo, poco per volta, al mezzo liquido e all'effetto idrostatico. Tra il paziente e l'acqua si deve creare un rapporto di tipo confidenziale.

La temperatura dell'acqua nella vasca è compresa tra i 32,5° e i 36,5° C e sfrutta l'effetto miorilassante determinato dalla caduta di tono delle fibre dei muscoli gamma e quello antalgico determinato sia dalla temperatura stessa sia dalla sensazione di massaggio che provoca l'azione di risacca dell'acqua sul corpo.

In queste condizioni il paziente viene essere sottoposto agli esercizi che possono essere segmentali, globali e di deambulazione. La durata dei trattamenti solitamente non è inferiore ai 20-30 minuti.

L'idrokinesiterapia produce effetti positivi non solo grazie agli effetti biologici dell'acqua ma anche dal punto di vista psicologico, principalmente nei casi di riabilitazione neurologica. L'ambiente acquatico si presenta al paziente come nuovo e da scroprire, sia per coloro che non lo avevano mai provato sia per quelli che lo avevano sperimentato quando erano sani.

Immerso nell'acqua il paziente si ritrova nelle condizioni di dover attuare una serie di operazioni motorie per adattarsi alla nuova situazione. Una volta adattato, risentirà in modo positivo di questo tipo di esperienza. Dentro l'acqua infatti si accorge di avere maggiori capacità rispetto all'ambiente a secco e questo contribuisce a conferirgli maggiore sicurezza e fiducia in se stesso e lo predispone a rispondere meglio ai trattamenti.

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Le vasche per l'idrokinesiterapia si suddividono principalmente in:

  • vasche di mobilizzazione
  • vasche per la deambulazione
  • vasche per il nuoto


Le vasche di mobilizzazione possono essere individuali o collettive. Fra quelle individuali si distinguono quelle ad immersione parziale, ad immersione completa e quelle a farfalla e a trifoglio che sono strutture particolari. Le vasche collettive possono contenere fino a 4/6 pazienti.

Le vasche per la deambulazione servono per regolare il carico con un'immersione progressiva.

Le vasche per il nuoto sono le cosiddette piscine terapeutiche, hanno due/tre corsie e la profondità dell'acqua è crescente.

Le attrezzature per poter svolgere i trattamenti di idrokinsiterapia sono semplici e poco ingombranti. Si tratta di lettini che vengono immersi a una ventina di centimetri sotto il livello dell'acqua, mezzi di stabilizzazione come sandali zavorrati e cinghe, corrimano, palette in legno, galleggianti, pinne, salvagenti a ciambella o a corpetto.

Gli esercizi che vengono fatti svolgere ai pazienti possono essere analitici se riguardano un isolato distretto muscolare o globali se interessano zone più estese. 

Le tecniche usate in idrokinesiterapia sono suddivise principalmente in:

  • esercizi di carico progressivo
  • esercizi di mobilizzazione
  • esercizi di rieducazione neuromotoria.


Negli esercizi di carico progressivo viene sfruttato il Principio di Archimede e al trattamento in acqua viene affiancato un programma di riabilitazione da effettuarsi a secco.

Gli esercizi di mobilizzazione si distinguono a loro volta in mobilizzazione assistita e in mobilizzazione attiva contro resistenza.

Gli esercizi di rieducazione neuromotoria sfruttano le proprietà idrostatiche dell'acqua e vengono praticati su pazienti che hanno subito una lunga immobilizzazione a letto.

Per quali patologie è consigliata

La idrokinesiterapia utilizza le proprietà sia fisiche che chimiche dell'acqua a fini prettamente terapeutici e viene applicata in molteplici settori che riguardano la riabilitazione e quindi in traumatologia, ortopedia, reumatologia e neurologia.

Questo trattamento è particolarmente indicato per:

  • ripristinare correttamente i movimenti spontanei
  • nelle prime fasi dei percorsi riabilitativi relativi a recuperi in seguito a patologie ortopediche tra cui i processi degenerativi articolari, postumi di fratture e lesioni legamentose, strappi muscolari, postumi di protesizzazione degli arti inferiori e superiori
  • dopo aver subito interventi chirurgici 
  • recupero articolare
  • training del cammino
  • problematiche vascolari
  • artrosi e patologie reumatiche
  • patologie dell'apparato circolatorio (stasi periferiche)
  • patologie con esiti cicatriziali dolenti
  • In ambito neurologico è indicata per:
  • sclerosi multipla
  • miopatie
  • paraplegie
  • emiplegie
  • tetraplegie incomplete
  • atassie
  • postumi di traumi cranici
  • morbo di Parkinson 
  • lesioni nervose periferiche (poliomielite)

Il trattamento deve essere sempre eseguito sotto controllo medico dopo un'attenta valutazione delle condizioni cliniche generali del paziente.

La idrokinesiterapia è invece controindicata in caso di:

  • infezioni urinarie
  • gravi ustioni
  • gravi turbe psichiche
  • eczemi, ulcere e piaghe da decubito
  • insufficienza cardiaca
  • malattie infettive
  • insufficienza respiratoria
  • incontinenza urinaria e fecale
  • patologia neoplastica in fase avanzata
  • otiti, sinusiti

Mappa ​Idrokinesiterapia

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