Una fangatura termale perfetta: ecco come si fa

Pubblicato: 30/07/15 11:07

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Sulle Dolomiti del Trentino, in Val di Fassa, scorre la sorgente Alloch che alimenta le Terme Dolomia, convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale. Si tratta di un centro termale paragonabile ad un rifugio di alta montagna in cui i ritmi di città sono distanti e le preoccupazioni diventano piccine come i tetti spioventi sul panorama.
Fin dal XV secolo a Pozza di Fassa si conoscono gli effetti benefici della sorgente che si trova a 1300 metri di altitudine.

I trattamenti termali sono studiati dal Comitato Scientifico Termale attraverso un mix di benessere olistico ed innovative cure di bellezza.
Punto forte dell'offerta locale è la Fangoterapia dove l'azione antinfiammatoria ed antidolorifica si unisce, come spiegano gli esperti, ad effetti "decontratturanti e di stimolazione dei processi metabolici e protettivi sui componenti della cartilagine, che migliorando la mobilità delle articolazioni". Si tratta di un trattamento mirato, nelle rinopatie croniche ad esempio, il fango viene applicato alla temperatura di 38 gradi direttamente in sede dei seni paranasali.

In cosa consiste la fangoterapia? "Consiste nell’applicazione di un impacco - spiega il personale medico della Val di Fassa - su un paziente che abbia completato la fase metabolica".
Forse sarebbe bene capire di quale impacco stiamo parlando: "Il composto è formato da una parte solida e da una parte liquida poste a maturare per almeno 6 mesi. Reazioni chimico - fisiche e processi biologici portano alla trans mineralizzazione. E' così che il peloide si trasforma in fango maturo ad una temperatura di circa 10 gradi".

Nella fase definita della fangatura, come si procede? "Il fango viene distribuito sulla superficie cutanea - sottolinea il personale medico - nelle regioni da trattare a seconda della prescrizione medica. Il paziente viene ricoperto con un lenzuolino e quindi avvolto nel lettino caldo. La durata di ogni applicazione è di 20 minuti ad una temperatura di 37/39gradi. Qualora il paziente soffra di disturbi vascolari, le gambe possono essere coperte da un telo che le protegge dal calore. Al termine della seduta il paziente si sottopone ad una doccia di pulizia".

A cosa serve l'impacco di fieno? "Per potenziare gli effetti della fangoterapia - spiega lo staff medico - viene aggiunto un impacco di fieno caldo sulle logge renali per stimolare una azione lenitiva - miorilassante, depurativa e drenante. Tempo e temperatura di applicazione restano invariate".

Quanto è importante l'attesa detta anche reazione? "In entrambe le applicazioni - sottolineano gli esperti - si effettua la fase di “reazione” ovvero quei 10 o 15 minuti circa in cui il paziente resta coperto su lettino. L’effetto più evidente è l’intensa sudorazione".

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