Il medico greco Ippocrate di Cos, padre della medicina come scienza fu tra i primi ad esaltare le caratteristiche e le qualità terapeutiche delle varie acque.
I Greci conoscevano già e praticavano i bagni in acque calde e imputavano la fuoriuscita di vapore dalla terra all'intervento divino. Ecco perché celebri templi dell'antichità come il tempio di Olimpia o quello di Apollo a Delfi furono eretti nelle località termali.
Già allora le sorgenti sulfuree erano note per gli effetti terapeutici che avevano nei dolori articolari o muscolari ma fu Ippocrate che per primo si cimentò in una descrizione puntuale e scientifica delle proprietà delle acque e di come l'ambiente circostante potesse influire sullo stato di salute dell'uomo.
In quello che è stato definito il primo trattato di medicina della storia, il Corpus Ippocraticus, lo studioso scriveva: “Non è possibile che un'acqua assomigli a un'altra; alcune sono dolci, altre salate e astringenti, altre ancora derivano da sorgenti calde”.
Nel suo “Dell'aria, delle acque e dei luoghi" («Perì aeron, upaton, topon») Ippocrate descrive le diverse caratteristiche delle acque secondo le loro componenti organolettiche e mette in correlazione l'esposizione ai vapori delle sorgenti calde con gli effetti positivi che queste potevano avere in alcune malattie.
“Quelli che presentano il ventre duro e facilmente infiammabile traggono giovamento dalle acque più dolci, leggere e limpide; coloro invece che presentano l'intestino pieno di flegma (affetti cioè da catarro) devono scegliere acque più dure, crude, leggermente salate: il loro uso contribuirà soprattutto a prosciugare gli umori”.
E’ innegabile che Ippocrate fu il precursore del termalismo come disciplina medica curativa che prese piede nella Roma imperiale e che oggi costituisce un comparto importante della medicina moderna.
