Antiche Terme: la vanitas del Benessere in Basilicata

Pubblicato: 29/12/15 14:12

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Oggi molte strutture rinomate e tecnologicamente all'avanguardia sorgono presso antiche sorgenti che portano nomi mitologici o propongono trattamenti che recuperano ingredienti naturali e manualità delle popolazioni che usavano curare ferite e dolori con la balneoterapia.

Dove non arriva la medicina termale può arrivare l'archeologia che riporta in vita tecniche di riscaldamento o incanalamento delle acque attraverso la presenza di antiche costruzioni e ricette benessere o veri e propri elisir i cui elementi principali sono rimasti impressi in mosaici ed affreschi.

Oggi in Basilicata località termali si trovano a Latronico nel Parco Nazionale del Pollino e a Rapolla nel comprensorio del Vulture.

Tra il Parco Nazionale del Pollino ed il mare di Maratea le Terme La Calda risalgono alla preistoria.
Si trovano in localitá Bagni a 4 km da Latronico, le sorgenti bicarbonato-calciche e bicarbonato-calciche-solfuree, sono ideali per bagni, inalazioni, aerosol, nebulizzazioni, irrigazioni, polverizzazioni, cure idropiniche, cure balneo-fango-terapiche per lenire patologie quali l'osteoartrosi, le vie aeree orecchio, naso e gola, fegato e vie biliari e malattie della pelle.

Nella terra dalla quale proviene l'Aglianico del Vulture, a Rapolla, le Terme di Ala risalgono al medioevo.
Sulla tratta Foggia-Potenza a 6 Km da Melfi, ci sono acque salso-solfato-bicarbonato-calciche sono utilizzate per malattie del sistema nervoso periferico, nevrosi, postumi di malattie articolari e malattie cutanee croniche. Affezioni della faringe, laringe, vie bronchiali, asma bronchiale e bronchite sono curate con le inalazioni che aiutano a fluidificare ed eliminare il muco. Non mancano le cure cosmetiche coadiuvate dai fanghi locali.

Vanitas. La storia del termalismo in Basilicata ce la racconta però il Parco archeologico di Venosa, in località San Rocco, che conserva l'anfiteatro, le terme e la domus arricchita da mosaici, tutti beni che testimoniano l'antico splendore di una civiltà.
I resti monumentali della colonia latina di Venusia, fondata nel 291 a. C. presentano un impianto termale realizzato nel I sec. d.C. e ristrutturato fino al III sec. d.C. perfettamente integrati con quartieri abitativi, tra cui una domus con mosaici.
"Fondale maestoso del percorso - spiegano i tecnici della Soprintendenza - è l'Abbazia della Santissima Trinità, integralmente restaurata rendendo leggibili le diverse fasi costruttive: dalla domus romana imperiale al complesso episcopale paleocristiano, all'impianto abbaziale benedettino risalente all'epoca normanna".

Nel castello aragonese è visitabile una mostra permanente che ospita anche un frammento di femore di homo erectus risalente a circa 300.000 anni fa, tra i più antichi rinvenuti in Europa.

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