Le terme libere di Petriolo sono i bagni gratuiti più famosi della Toscana dopo Saturnia, e probabilmente in epoche anteriori sono state anche molto più prestigiose rispetto a quest’ultime.
Attualmente le vasche ricavate lungo il corso del fiume Farma si limitano a captare le acque in eccesso non utilizzate dal recentissimo stabilimento termale a pagamento costruito a pochi metri di distanza, mentre in precedenza vantava un flusso abbondantissimo di acqua molto calda.
Per arrivare ai bagni di Petriolo percorrete la Statale 223, meglio nota come Superstrada Siena-Grosseto. Lungo il tragitto trovate, sia in un senso che nell’altro degli svincoli, segnalati con l’indicazione “Bagni di Petriolo” che immettono sulla Sp 4, ovvero la Provinciale di Petriolo.
A questo punto fate ancora 2/3 chilometri e trovate i bagni liberi proprio nel punto in cui il viadotto della Provinciale scavalca il Farma.
Se non avete idea del punto della Statale in cui si esce per Petriolo (e avete paura di non vedere i cartelli appositi) tenete presente che, da Siena, distano una trentina di chilometri, mentre da Grosseto circa una quarantina.
Per via della loro notorietà, le Terme di Petriolo sono le più gettonate in Toscana dai turisti stranieri, dopo Saturnia. Questo significa che soprattutto nei week-end, in alta o bassa stagione, bisogna arrivare presto la mattina se ci si vuole accaparrare un buon posto presso i bagni di Petriolo, cioè possibilmente una delle vasche calcaree ricavate subito sotto il getto d’acqua termale.
Il problema è che da quando è stato costruito lo stabilimento termale, la portata della fonte che alimentava i bagni liberi si è notevolmente ridotta e dunque molte vasche usate in precedenza risultano ormai inesorabilmente secche.
Nel complesso, i bagni di Petriolo non sono più all’altezza della loro fama, ma merita comunque visitarle per due motivi:
Pranzo al sacco pressochè d’obbligo, dato che Petriolo si trova nel cuore del Parco naturale della Merse, in mezzo ad una campagna verde e incontaminata, ma molto lontana da qualsiasi centro abitato o struttura ricettiva.
Come risulta ancora visibile dalle rovine in laterizio poste nei pressi della fonte termale, Petriolo rappresenta nella storia un rarissimo caso di “terme fortificate”. I monconi di mura residui appartengono infatti all’antico “Castello di Petriolo” struttura difensiva eretta a protezione della sorgente e dei bagni, ritenuti beni talmente preziosi da non poter essere lasciati in balìa delle minacce provenienti dai vari potentati dei dintorni.
La rinomanza delle sue acque è testimoniata dalla visita a scopo curativo di papa Pio II, che qui venne per sanare la “podagra”, malattia di cui soffriva e che gli impediva di camminare senza dolore.
La Repubblica di Siena faceva pagare una gabella sull’uso dei bagni Petriolo, caso pressochè unico fra le varie terme libere italiane, e testimonianza anch’essa del valore straordinario attribuito a queste acque medicamentose.
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