Santa Cesarea Terme: sapone allo zolfo tra mito e leggenda

Pubblicato: 10/05/15 14:05

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Santa Cesarea Terme, località nota per il mare cangiante e per l'effetto Anfiteatro che ottiene chi la vede dal mare, troviamo una saponetta naturale allo zolfo che "Può essere usata sia per il viso che per il corpo e particolarmente indicata per pelli grasse ed impure che necessitano di una pulizia profonda ma delicata" e che fa parte dell'offerta cosmetica della SPA.

Sul territorio che affonda nel mito le proprietà curative della sua materia prima troviamo anche una crema per massaggi anti invecchiamento ricca di sostanze funzionali come la Niacinamide (vitamine PP) e le vitamine A ed E, che hanno una azione antisebo, lenitiva, anti-ossidante e anti-rossore ed indicata per pelli normali, miste, grasse e acneiche.

Lungo le Murge Salentine la conformazione carsica rende unico il paesaggio che da migliaia di anni è in costante mutazione. Numerose le cavità sotterranee, come "l’inghiottitoio di Vitigliano, la vora di Andrano, la caverna di Madonna della Serra di Giuggianello, l’inghiottitoio di Monte Vergine, la vora di Scorrano, l’inghiottitoio Mellone di Nociglia, l’aviso di Melpignano e quello di Maglie" un territorio che alterna storia e leggenda.
Quattro le grotte marine che prendono il nome di Fetida, Sulfurea, Gattulla e Solfatara: da qui emergono le sorgenti minerali e lo zolfo è l’elemento caratterizzante.

La nascita di Santa Cesarea è legata ad arigini tramandate oralmente e come spesso accade i particolari si confondono restando però inalterate le tesi di fondo. Di origine pagana e successivamente cristiana le ipotesi che però si incontrano nel dare un significato di purificazione alle sorgenti in cui l'acqua al cospetto dello zolfo viene sanificata.
 “Leuterno” era il nome che derivava dalla presenza di uomini mostruosi ed enormi che assalirono gli Dei, ritenuti invincibili poiché temprati nel fuoco e nello zolfo, furono sconfitti ed abbattuti da Ercole sui campi Flegrei, presso Cuma.
I fuggitivi si sarebbero rifugiati nelle grotte della costa e dai loro corpi sarebbe poi fuoriuscita acqua sulfurea: acque ritenute impure anche da Aristotele.
Del XV secolo è invece il nome Santa Cisaria che deriverebbe da una fanciulla della famiglia Vinciguerra di Francavilla Fontana, Brindisi. La giovane fuggì di casa e si rifugiò nella grotta sulfurea per sfuggire al padre che quando la raggiunse fu arso vivo dalle fiamme.

Nel 1480 i Turchi occupano Otranto ed anche Santa Cesarea viene abbandonata finché le sorgenti termali a metà del 1800 non contribuiscono a riportare vita attorno alle grotte.

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