​Lagole, una fonte miracolosa nel sito archeologico

Pubblicato: 16/11/14 13:11

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Un antico stabilimento conservato in area archeologica. La presenza dell'antico luogo di culto dove si faceva l'uso terapeutico delle acque di Lagole è confermato da una stipe votiva di origine paleoveneta e dai numerosi reperti bronzei rinvenuti e custoditi nel museo della Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore.

Quando l'umanità non sapeva ancora della futura nascita di Cristo in questo luogo esisteva un santuario dedicato a Trumusiate: una divinità alla quale i devoti chiedevano salute e protezione in cambio di doni ed offerte. L’uso delle acque è continuato anche in epoca romana, con l’avvento del cristianesimo però si è perso il senso mistico nel culto delle divinità pagane.

Alto il contenuto di zolfo che scientificamente conferma le antiche credenze. Lo zolfo accelera il processo di cicatrizzazione delle ferite, come quelle inferte in battaglia, non a caso i numerosi bronzetti rinvenuti rappresenterebbero guerrieri. Presenti nell'acqua sorgiva anche solfati, bicarbonati, calcio e magnesio.

"Usata come bevanda per migliorare l'attività dello stomaco, per trattare lievi disturbi di fegato, può stimolare la diuresi ed ha una blanda azione lassativa; per via inalatoria è usata per riniti e sinusiti, per infiammazioni delle prime vie aeree; per bagni e fanghi trova applicazione come coadiuvante nelle patologie osteo-articolari e muscolo-tendinee" spiega la scheda pubblicata dal Comune di Calalzo e ripresa dal libro “Lagole, breve guida naturalistico archeologica”, realizzato dalla classe IIIA della Scuola Media di Calalzo nel 2000.

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