Ginnastica in acqua termale: la storia di Monfalcone

Pubblicato: 22/09/16 11:09

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La ginnastica in acqua è oggi una pratica molto diffusa perché, a forza di gravità ridotta, non grava sulle articolazioni e stimola la circolazione venosa e linfatica, tonifica i muscoli e migliora lo stato di forma generale.
Ma per arrivare alla pratica contemporanea del massaggio drenante esercitato dall'acqua sugli arti inferiori, può essere utile partire da molto lontano e conoscere la storia di Monfalcone, oggi centro di riferimento in Italia. 
Nell'800 le Terme Romane di Monfalcone erano già frequentate: la stagione delle cure iniziava la prima settimana di maggio e proseguiva fino alla fine di settembre. 

Richard Francis Burton nel suo testo Le Terme di Monfalcone racconta che le acque venivano usate per "artriti, ischialgie, gotta, alcuni tipi di oftalmia, per migliorare le periplagie, le malattie della pelle, la pellagra e gli avvelenamenti cronici da piombo e mercurio".

Nel corridoio erano appese delle offerte votive, bastoni da passeggio e vecchie stampelle "Dal corridoio, che immetteva in due sale d’attesa per il settore femminile e maschile, si aprivano due gallerie a specchio ognuna con 14 bagni e 7 gabinetti provvisti di vasche in marmo carsico capienti 115 litri d’acqua sia calda che fredda e lettini per i fanghi. A nord di trovava una piscina provvista di docce e un assortimento di impeccabile biancheria".


Nel 1881 il bagno costava 60 soldi, ovvero un fiorino, con la biancheria e 50 senza. 70 soldi la tariffa con i fanghi, un fiorino per l’uso della piscina e un altro fiorino per il trasporto andata e ritorno da Monfalcone in carrozza coperta. "I servizi delle Terme erano gratuiti per i poveri, ridotti per gli abitanti del posto e le tariffe dei medici erano modestissime" testimonia Burton che auspicava allora una riqualificazione della struttura affinché potesse competere con le terme austriache e francesi, ma la Grande Guerra rase al suolo tutto. Nel 1940 la ricostruzione sino poi all'abbandono dopo gli anni '70.

La piscina riabilitativa dispone oggi di una vasca terapeutica con temperatura costante a 33 gradi, e si avvale della presenza di fisioterapisti e di operatori specializzati in ambito idrochinesiterapico "Ogni attività è frutto di una preliminare indagine medica conoscitiva, sui bisogni e gli obiettivi della persona, insieme alla quale viene scelto il percorso migliore per affrontare in modo globale le diverse problematiche" spiega lo staff.

I trattamenti sono individuali o a piccoli gruppi omogenei per patologia, come ad esempio le affezioni post-traumatiche, postumi chirurgici della spalla, del rachide, dell’anca e del ginocchio. Molto frequentati sono anche i corsi collettivi: ginnastica medica per le più frequenti patologie artrosiche del rachide e degli arti, ginnastica dolce a scopo di rilassamento psico-fisico.

L’esecuzione degli esercizi di riabilitazione in acqua richiede uno sforzo sensibilmente ridotto grazie alla elevata concentrazione dei sali minerali disciolti "Notevole la riduzione della forza di gravità, ciò permette il galleggiamento del corpo, favorendo l’esecuzione dei movimenti ed il rilassamento muscolo-tendineo".

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