Tra la via Emilia e il wellness: i segreti di Castel San Pietro

Pubblicato: 23/06/16 15:06

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Sulla via Emilia tra Bologna e Imola al centro di un parco secolare, vicino ad una passeggiata panoramica, si trovano le Terme di Castel San Pietro.
Qui il termalismo risale al 1337, il primo stabilimento termale con criteri moderni, scientificamente progrediti per l’epoca è del 1870. Distrutto da eventi bellici nel 1945 e ricostruito ex-novo nel 1955 è oggi importante per quella Emilia-Romagna che nel termalismo è una tra le regioni di riferimento sul territorio nazionale.
Non guasta neanche la logistica messa così in risalto dalla direzione "L’ottima viabilità, l’uscita autostradale della A14, e i servizi di trasporto pubblico, le rendono facilmente raggiungibili".

Lo staff medico specializzato, nell’assistenza medica durante le cure termali, è pronto a consigliare il percorso di cura più corretto per ogni cliente, dai bambini agli adulti, inoltre il Poliambulatorio Medico Termale, composto da medici specialisti, consente visite mirate per la prevenzione e la cura dell'organismo.

Grande l'attenzione rivolta ai più piccoli, tanto che ai bimbi è dedicato un reparto a loro esclusivo utilizzo. "I piccoli ospiti - racconta lo staff - testimoniano il loro affetto nei disegni che restano in esposizione e colorano le pareti dei reparti".

Punto di forza è la riabilitazione motoria in acqua termale o idrochinesiterapia: ampio e moderno il reparto di fisioterapia completo di piscine e percorsi vascolari costruite e gestite espressamente per la riabilitazione.

L'acqua a disposizione è salsobromoiodica e solfurea, estratte entrambe da pozzi di proprietà assieme ai fanghi termali.

L’acqua solfurea dall'elevata concentrazione di idrogeno solforato, sarebbe in grado di agire in modo salutare sull'apparato respiratorio, su quello digestivo e neuro-vegetativo. Considerata "funzionale alla cura del corpo" perché la concentrazione di sali sarebbe ottimale e tale da consentire di usare l’acqua senza concentrazioni o diluizioni.
Data la delicatezza dell’idrogeno solforato "Viene utilizzata col sistema ”a perdere” scorre cioè continuamente nelle tubazioni di utilizzo da dove viene prelevata dai singoli apparecchi idromedicali, mentre la parte inutilizzata va allo scarico".

Tra le principali azioni farmacologiche comuni alle acque solfuree vi sono "l’azione cheratoplastica e rigenerativa sulla cute; antiallergica e anticatarrale sulle mucose dell’apparato respiratorio ed antispastica sulla mucosa bronchiale; lassativa da stimolazione della peristalsi intestinale nell'apparato digerente; anticatarrale ed antiflogistica sulle mucose dell’apparato digerente e sulle mucose dell’apparato genito-urinario; la complessa azione sulla cartilagine; le azioni generali sul metabolismo dell’urea, dei lipidi, della creatina, degli zuccheri; equilibratrice del sistema neuro-vegetativo, antiradicali liberi e quella di neutralizzare alcune intossicazioni da metalli pesanti".

Dai 500 metri di profondità arriva poi anche un'acqua ad alto contenuto di jodio e bromo con queste funzioni farmacologiche "azione locale sulla cute e sulle mucose: azione antiflogistica e risolvente dei processi infiammatori cronici; antisettica; detersione delle mucose e di eliminazione di scorie di ricambio quali acido urico e acido ossalico; azione di riattivazione dei disturbi circolatori da stasi venosa". "Particolarmente intense risultano per la nostra acqua secondo studi eseguiti dall’Istituto di Farmacologia, Farmacocinetica e Tossicologia dell’Università di Bologna, l’azione antinfiammatoria nelle forme reumatiche e quella espettorante delle malattie catarrali dell’apparato respiratorio" spiega lo staff.

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