Terme del Molise, a sorpresa le Tre Fontane di Sepino

Pubblicato: 04/06/16 15:06

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In Italia capita spesso che seguendo l'acqua il viandante, od ospite termale, si ritrovi immerso dalla testa ai piedi nella storia.
L’Acqua di Sepino, ad esempio, con oltre duemila anni di storia e tradizione fino a poco tempo fa caratterizzava uno dei luoghi nascosti da rovine archeologiche tra i più suggestivi della penisola.
Nel contesto paesaggistico molisano non mancano oggi le oasi naturalistiche, per non parlare della prelibata enogastronomia locale.
Nonostante questo il Molise non viene quasi mai citato tra le località legate alla filosofia del benessere, pur essendo ricco di acqua sotto forma di sorgenti, cascate e corsi fluviali.

Sono storiche le “Tre Fontane” di Altilia Saepinum, dalle quali sgorgavano liberamente acque caratterizzate come oligominerali, successivamente imbottigliate e note con il nome di “Sepinia”. 
In epoche recenti vi era ancora la tradizione di offrire il primo bicchiere d'acqua al viandante che per la prima volta si fosse avvicinato alla fonte, in segno di accoglienza.

In epoca sannita in Molise c'era un gustoso crocevia di prodotti caseari che si trovava sulla strada tra Pescasseroli e Candela, un tratturo per greggi in transumanza tra il Matese e la costa adriatica.
Sepino Altilia è un parco archeologico aperto al pubblico con case risalenti al medioevo ancora funzionali per i residenti del luogo tanto che questo si presenta ancora abitato.
L'architettura rurale presenta disegni più moderni dovuti al restauro avvenuto a seguito del terremoto di inizio '800.
Il piccolo paese della provincia di Campobasso offriva fino a qualche anno fa acqua utile per dissetarsi, ma anche per la cura di patologie quali la calcolosi.

La direzione dello stabilimento Sepinia ricorda oggi, attraverso il portale ufficiale, quel popolo italico dei Sanniti che duemila anni fa per primi apprezzarono l’acqua ritenendola preziosa per la salute. I Romani trovarono successivamente allettante il sito ricco di acqua sul quale creare acquedotti provenienti dalla dorsale e diretti verso la città grazie ad alcune torri usate come cisterne.
Sotto l'Imperatore Augusto la località diventa a tutti gli effetti una meta turistica, sono addirittura tre gli impianti termali ritrovati durante la campagna di scavi a gestione pubblica, ma anche privata.

Le proprietà diuretiche, un prezioso coadiuvante per il ricambio idrico, sono state certificate nell'800 mentre tra gli anni '30 e '50 del '900 arrivano i primi riconoscimenti da parte di scienziati contemporanei che ne studiano le proprietà identificative delle acque oligominerali.

Nell'alta valle del fiume Tammaro al confine con la Campania le vestigia dell'antica città romana di Saepinum, abbandonata con il declino di Roma, non sono la sola attrazione che può far felice l'esploratore straniero. Altilia, deriverebbe poi da "Lautillia" ovvero un termine che rimanderebbe ad un sito urbano costruito da cavalieri. La storia si fa molto interessante.

Tanti i sentieri affrontabili con l'aiuto delle guide del WWF. A Guardiaregia e Campochiaro, Campobasso, c'è l'Oasi del WWF istituita nel 1997 su 2.187 ettari, la seconda in Italia per estensione e ricca di grotte carsiche, attraversata dal canyon del Torrente Quirino ed adornata dalla cascata di San Nicola dai tre balzi alti circa 100 metri.
Le Gole del Torrente Quirino, sono una frattura provocata dal sollevamento del Matese e scavata dal costante scorrere delle acque per millenni.
Sulla groppa del Monte Mutria spicca il canalone Cusano.
In zona anche i pianori di Piscina Cul di Bove, Chianetta e Valle Urna e le grotte di Pozzo della Neve e di Cul di Bove fra le più profonde d'Italia. 

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